LA FAMIGLIA GONZAGA
Secondo alcuni i Gonzaga furono i milites (soldati) di Matilde di Canossa, mentre altri pensano a un infeudamento di possessi appartenenti al monastero di S. Benedetto di Polirone (mantovano). Verso la fine del XII sec. i Gonzaga si stabilirono a Mantova, facendo crescere gradualmente le loro proprietà e la loro ricchezza soprattutto durante la supremazia della famiglia Bonacolosi, ma contro la stessa signoria si ribellarono nel 1328 e dopo la vittoria, Luigi Gonzaga venne proclamato il 1°capitano del popolo, ossia vicario imperiale del Ludovico il Bavaro.
I Gonzaga oltre a essere una delle più celebri e longeve famiglie del rinascimento, crearono il ducato più persistente della storia italiana, il quale sopravvisse per quasi 400 anni. Dopo l’iniziale riconoscimento della supremazia dei Visconti di Milano, a partire dal quattrocento riuscirono a scuoterli appoggiandosi alla vicina Venezia. Con quest’ultima intensificarono il commercio e gli scambi, diventando così il granaio di Serenissima. Tutto ciò portò Gianfrancesco Gonzaga (1407-1444) al titolo di marchese ottenuto da parte dell’imperatore Sigismondo nel 1433. In ogni caso il vero splendore doveva ancora arrivare.
Con il governo di Ludovico III Gonzaga detto il Turco (1444-1478), gran mecenate e saggio principe, Mantova divenne una delle capitali del rinascimento italiano. Alla corte arrivarono Andrea Mantegna e Leon Battista. La politica dei marchesi si basò sulla tenace difesa della propria sopravvivenza e sull’equilibrio tra Ferrara, Milano, Venezia e lo Stato della Chiesa. Non potendo competere sul piano militare, i Gonzaga puntarono sulla cultura. Il culmine del prestigio arrivò con Francesco II Gonzaga (1484–1519) e Isabella d’Este ma soprattutto con il loro figlio Federico II Gonzaga (1519-1540), al quale l’imperatore Carlo V conferì il titolo di duca. Francesco II e Isabella d’Este nonostante ebbero caratteri molto diversi, riuscirono a garantire la sopravvivenza del marchesato in un periodo difficile a cavallo tra il quattro- e il cinquecento. Il marito di Isabella fu spesso impegnato nelle battaglie, così lei svolse la mansione di reggente (sopratutto durante la prigionia del marito a Venezia tra il 1509 e il 1510 e dopo la morte di quest’ultimo, avvenuta nel 1519, mentre il loro figlio fu ancora minorenne). Amante delle lettere, della pittura e della musica, seppe raccogliere intorno a se alcuni tra i numerosi letterati e artisti d’epoca. Si fece persino costruire uno studiolo, il primo e forse l’unico arrangiato per una donna nel rinascimento. Vi raccolse numerosi dipinti (Mantegna, Perugino), oggetti di scavo, statue e manoscritti. Oltretutto Isabella fu una donna saggia, colta ed energica.
Federico II Gonzaga prima di salire al potere soggiornò a Roma come ostaggio del papa. Lì incontrò il vero clima rinascimentale: l’arte raffinata e il pensiero illuminato. Dopo essere rientrato a Mantova fu destinato a sposare Maria Paleologo, figlia del marchese del Monferrato. Le nozze non avvennero mai, così come quelle ideate successivamente con Giulia d’Aragona, figlia del re di Napoli imparentata con l’imperatore Carlo V. A Federico sembrava convenire sposare Giulia, in quanto gli Asburgo all’epoca dominavano l’Italia, infatti, ancora prima del matrimonio, durante una visita di Carlo V a Mantova, quest’ultimo attribuì al marchese il titolo di duca e inaugurò il Palazzo Te. Fu una villa suburbana, un luogo di svago costruito da Giulio Romano secondo le dinamiche vitruviane, infine fu la massima espressione del manierismo italiano. In tutto questo periodo Federico II mantenne la relazione con una cortigiana di nome Isabella Bochetti, dalla quale ebbe un figlio bastardo.
Qualche anno dopo, le scelte matrimoniali di Federico II decaderono di nuovo sul Monferrato, al quale, aspirò anche la dinastia sabauda. Maria Paleologo morì, perciò egli sposò la sorella della defunta, ovvero Margherita. L’acquisto dell’importante marchesato finì rovinosamente sullo stato gonzaghesco. Dopo la morte del primo duca mantovano, ancora nel cinquecento (la reggenza del cardinale Ercole, governo del Francesco III Gonzaga e del Guglielmo Gonzaga), la città visse il più forte consolidamentodovuto alle abbassate autonomie casalasche e all’ottenimento delle alleanze matrimoniali con le principali dinastie europee. Il seicento si caratterizzò per il continuo problema della mancanza degli eredi, così la famiglia Gonzaga venne prima riunita nel suo ramo francese e infine si si spense definitivamente nel 1708.
GONZAGA, LA FAMIGLIA DEI GOBBONI
Vorrei aprire una parentesi curiosa sulla maledizione della famiglia Gonzaga, ovvero le gobbe. Questa deformazione per la prima volta apparse grazie al matrimonio del marchese Gianfranco, il quale sposò Paola Malatesta, ricchissima figlia del signore di Rimini, una donna non molto bella e appunto gobba. La malatia fu ereditata da suo nipote marchese Federico I (definito da un cronista rinascimentale „gobbo cortese e piacevole”) e dalle sue sorelle. Tutti loro furono dipinti nella Scena della Corte della Camera degli Sposi. La gobba si ripresentò con la generazione del figlio del primo duca mantovano Federico II. Si tratta del duca Guglielmo ritratto nella celebre tela di Rubens „Famiglia Gonzaga in adorazione della Santa Trinità”. Con il figlio del gobbo duca Guglielmo, il cerchio si chiuse e la deformazione sparì, così come sparì la fortuna della famiglia.
Gli altri post pubblicati nell’ambito del progetto „Mantova capitale italiana della cultura 2016:
Per concludere il ciclo vi parlerò del Rigoletto, protagonista dell’opera di Giuseppe Verdi ambientata a Mantova.
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A presto! Ania.