Oggi (27.01.) è la Giornata della Memoria e proprio per questo ho deciso di farvi vedere il luogo da dove vennero deportate verso i campi di sterminio le persone appartenenti alla cosiddetta „razza inferiore” provenienti dall’Italia settentrionale e centrale, perlopiù ebrei. Sto parlando della Stazione Centrale di Milano e del Binario 21 – Memoriale della Shoah di Milano.
L’Italia fascista introdusse nel 1938 le leggi razziali secondo le quali ogni persona che non soddisfece le rigorose condizioni, a parte dell’essere privata dei diritti di un cittadino, fu accuratamente „inventariata” e cioè fu inserita nell’appropriata lista che conteneva il suo nome, cognome e residenza. Quando nel 1943 i tedeschi occuparono l’Italia, non vi fu più bisogno di creare dei ghetti o di stigmatizzarli con la stella di Davide. I nazisti seppero molto bene dove andare a cercare le proprie vittime. Iniziarono gli arresti di massa: gli uomini, se non vissero a Milano, prima vennero rinchiusi nei carceri di passaggio e dopo al carcere definitivo San Vittore a Milano. Le torture furono destinate soprattutto ai padri di famiglia, in primisper demoralizzare le intere famiglie ma anche per scoprire dove si nascosero gli altri parenti e tutti i loro beni. 6.12.1943 partì il primo convoglio diretto ad Auschwitz-Birkenau.
„I prigionieri” furono portati dal carcere alla Stazione Centrale. Ciononostante non furono indirizzati verso i binari ma verso un magazzino sotterraneo destinato all’epoca al trasporto delle merci, soprattutto allo scarico e carico dei vagoni postali. In atmosfera di assoluto terrore vennero spinti su vagoni destinati al bestiame. Questi, dopo averli caricati vennero traslati su un elevatore e sollevati fino al piano dei binari. Si formarono i convogli con la scritta RSHA („ReichSigerheiitsHauptAmt” – Ufficio Centrale per la Sicurezza del Reich), dentro i quali viaggiavano gli „Stück” (pezzi) verso i „Lager” (magazzini). Cosa successe dopo, lo sappiamo molto bene.
La particolarità del Binario 21 sta nel fatto di aver conservato il suo aspetto originario.
PERCHÉ LA SHOAH?
Siamo abituati a chiamare „la soluzione finale” olocausto. Il termine deriva dall’antico greco (olokautosis) e significa sacrificio. In realtà nessuno di queste persone si sacrificò, perciò la parola più adatta sembrerebbe l’ebraica SHOAH, ovvero desolazione, catastrofe.
PERCHÉ INDIFERENZA?
Nell’atrio dell’ingresso del Memoriale è stato posizionato un grosso muro con la scritta INDIFFERENZA che è stata ideata dalla miracolosamente sopravvissuta Liliana Segre. Indifferente era l’atteggiamento della maggior parte dei cittadini di „razza migliore” nei confronti del delitto che si svolgeva sotto i loro occhi. Vale la pena ricordarlo perché la conformistica indifferenza verso il male che succede agli altri è oggi molto comune.
Informazioni utili:
Memoriale della Shoah di Milano
Piazza Edmond J. Safra 1 (via Ferrante Aporti 3), Milano
Aperto tutti i lunedi dalle 10:00 alle 20:00, ultimo ingresso ore 19:00, visita guidata alle 18:30.
Prenotazioni: www.memorialeshoah.it
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Ania