L’Italia sulle tracce del viaggio leggendario di Odisseo

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Gruppo di Polifemo - Sperlonga

Secondo la leggenda, Odisseo riuscì con la sua astuzia a porre fine alla Guerra di Troia. Terminato il conflitto, l’eroe intraprese il viaggio di ritorno verso casa, ma per volere degli dei, quest’ultimo si rivelò più lungo e travagliato del previsto, tanto da posticipare di 10 anni il rientro a Itaca. Nel corso della storia, si sono avvicendati tantissimi studiosi che, in epoche diverse, hanno cercato di individuare quali fossero i luoghi reali che hanno fatto da sfondo a tali epiche vicende dell’eroe greco. La maggior parte degli storici concorda nell’identificare il Mar Mediterraneo come scenario dell’”Odissea”. Vediamo quindi insieme le probabili tappe italiane del viaggio di Ulisse in questo mitologico itinerario tramandatoci da Omero.

L’ETNA: LA CAVERNA DI POLIFEMO

Nel poema di Omero l’astuto Ulisse riuscì con uno stratagemma a ingannare il ciclope Polifemo, figlio del dio dei mari Poseidone. Il gigante rinchiuse l’eroe insieme ai suoi compagni nella propria grotta, tappando l’entrata con un grande sasso. Di seguito divorò alcuni dei membri dell’equipaggio. Odisseo lo ubriacò e quando il ciclope si addormentò, lo accecò con l’asta rovente. Successivamente fece legare sia se stesso che i compagni agli ipogastrici di montoni e quando Polifemo spostò la pietra per aspettare all’uscita la fuga di greci, questi ultimi scapparono senza farsi notare. Proprio per la sua scelleratezza Ulisse fu punito con la vita errante della durata di dieci anni.

Polifemo viveva all’interno di una buia caverna, ispirata dall’Etna. Infatti, la zona adiacente al vulcano ancora oggi in attività, presenta diverse somiglianze con il territorio in cui ciclope era solito portare al pascolo il suo gregge di pecore.

ISOLE EOLIE: LA DIMORA DEL DIO DEI VENTI

La storia delle meravigliose isole Eolie, note anche come isole Lipari, è profondamente legata al mito del Dio Eolo. Questa divinità, la cui dimora era presumibilmente ubicata sull’isola di Stromboli, offrì ospitalità a Odisseo per un mese e infine diede lui in regalo un’otre in pelle di bue che conteneva i venti contrari alla navigazione, in modo da permettergli finalmente di ritornare alla sua terra nativa. Alcuni membri dell’equipaggio, spinti dalla curiosità, aprirono il sacco proprio nelle vicinanze di Itaca. L’otre scatenò i venti rimandando le navi indietro e cioè verso le Eolie.

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LO STRETTO DI MESSINA: SCILLA E CARIDDI

In antichità, le navi che passavano da queste parti venivano distrutte dalle forti correnti marine. Così nacque il mito di Scilla e Cariddi. Ulisse, durante il suo viaggio, si trovò a dover affrontare i due mostri che rapirono sei membri del suo equipaggio e distrussero la nave dell’eroe.

IL PROMONTORIO DEL CIRCEO: LA TERRA DELLA MAGA CIRCE E LA RIVIERA DI ULISSE

Indicato come luogo dove visse la Maga Circe, il promontorio del Circeo, è tra i posti più suggestivi della costa tirrenica. Questa zona viene nota appunto come la Riviera di Ulisse (Gaeta, Sperlonga).

Odisseo rimase prigioniero di Circe per un anno. La Maga trasformò i suoi compagni in porci, ammaliò lui stesso e gli diede perfino un figlio di nome Telegono.

I FARAGLIONI DI CAPRI: LA MINACCIA DELLE SIRENE

I Faraglioni di Capri, ovvero le formazioni rocciose che sporgono dal mare nei pressi della terraferma, sono stati identificati come le rocce in cui vissero le sirene. Con il loro canto furono in grado di stregare i marinai provocandone così la morte. L’astuto Odisseo, rendendosi conto del pericolo, ordinò al proprio equipaggio di tapparsi le orecchie e di legarlo all’albero. In questo modo evitò il fracassamento della nave provocato dai vicini scogli verso i quali conducevano le sirene.

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Ania

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