Come è Napoli, lo sa ognuno che abbia mai visto la città. Non è ne bella ne brutta, è l’unica nel suo genere e non lascia nessuno indifferente. Le strade sporche, caotiche e colorate sono piene di testimonianze del grande passato e profumano di caffè e di pizza Margherita. Oggi vi parlerò del Monastero Santa Chiara di Napoli e del suo chiostro maiolicato.
Napoli si lega in modo inseparabile con la Spagna. Le tradizioni di questo paese si colgono nell’architettura, nell’arte, nella musica, nelle alcune usanze e nel dialetto. Il punto forte del paesaggio urbano è senza dubbio il Monastero Santa Chiara con il chiostro maiolicato che richiama le forme comuni in Andalusia. Il complesso fu voluto dal re Roberto D’Angiò e Sancia di Maiorca: i sovrani devoti a San Francesco di Assisi e a Santa Chiara. Proprio per questo motivo vollero costruire in città una vera cittadella che accogliesse il monastero delle Clarisse e il convento adiacente i Frati Minori (francescani). Dopo la morte del marito, Sancia entrò nel convento e prese il nome di Chiara. I loro monumenti funebri si trovano all’interno della basilica.
I lavori iniziarono nel 1310. Sette anni dopo il papa acconsentì ufficialmente alla coesistenza di due diversi conventi all’interno di una sola cittadella. Il poggetto previde anche la presenza di una chiesa dove, per eseguire le decorazioni, fu chiamato Giotto. Purtroppo, durante i bombardamenti del 1943 la struttura subì enormi danni. In conseguenza ai giorni nostri si conservano solo frammenti delle opere del maestro: un affresco incompleto „Crocifissione” raffigurato su una delle pareti del coro. Fino all’anno 1742 la chiesa conservò l’aspetto gotico. Fastosi rivestimenti, dovuti all’architetto D. A. Vaccari, donarono al complesso una forma barocca: l’interno fu ricoperto da marmi policromi, stucchi e cornici dorate. Nello stesso momento venne ristrutturato anche il monastero delle Clarisse. In conseguenza di questi lavori apparse il chiostro maiolicato. Anche se gli archi e le colonne conservarono l’immagine originario, tuttavia cambiò completamente il giardino. Due vialoni incrociati lo divisero in quattro settori. Lungo questi vialoni vennero posti 64 pilastri, rivestiti da maioliche con delle scene vegetali. I loro colori rimangono in perfetta sintonia con la natura circostante. Le maioliche all’interno del chiostro raffigurano le scene della vita quotidiana dei napoletani dell’epoca, mentre sugli affreschi disposti sulle pareti si vedono i santi e le scene del Antico Testamento.
Vi state domandando perché questo complesso viene chiamato con il nome di Santa Chiara? Co la maggior probabilità successe così per la quantità delle suore che abitarono il convento. In un certo momento le monache furono addirittura costrette a trasferirsi nell’edificio che occuparono i Frati Minori e questi ultimi adottarono la più piccola sede delle Clarisse. Per lo stesso motivo la basilica che inizialmente fu consacrata al Sacro Corpo di Cristo, mutò subito in chiesa di Santa Chiara.
Complesso monumentale Santa Chiara(chiostro maiolicato, museo, biblioteca, terme romane del I sec. d.C. e presepe del Sette e Ottocento):
Aperto da lunedì al sabato dalle 9:30 alle 17:30
Domenica e festivi dalle 10:00 alle 14:30
Biglietto d’ingresso 6 € intero e 4,5 € ridotto
Chiesa dalle 7:30 alle 13:00 e dalle 16:00 alle 20:00
Via Santa Chiara, 49/C – Napoli
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Ania